Sessant’anni di tivù… al cinema!

Il 3 Gennaio la televisione ha compiuto 60 anni. Odiata, criticata, osannata, il cinema italiano l'ha raccontata dalla sua nascita ai giorni nostri
60 ANNI DI TV

Edoardo Zaccagnini è critico cinematografico, già collaboratore di La7 per programmi di cinema come La 25° ora e La valigia dei sogni. Scrittore e saggista, scrive da anni per la rivista Close Up, ha presentato a Roma “Andò in onda al cinema”, una serata dedicata ai primi 60 anni della tivù visti dal grande schermo.

Ma c’è così tanta tivù nel cinema italiano?

«Il cinema italiano ha raccontato la tivù attraverso un’abbondante serie di sequenze che allungano quella lunghissima pellicola che poi costituisce l’autobiografia per immagini del nostro Paese. Sono fotogrammi che rivelano i cambiamenti della nostra società. Riscoprirli, fa capire molto della nostra storia e quindi qualcosa in più del nostro presente».

Alcuni esempi?

«Penso ai programmi Lascia o raddoppia? e Il Musichiere, che troviamo sia in istant movies leggeri sia in pellicole più importanti realizzate anni dopo. Ci sono poi molti documenti nascosti nei film: Carosello, il Festival di San Remo, le partite dell'Italia, i grandi fatti di cronaca come lo sbarco dell'uomo sulla luna, o il delitto Moro, oltre a tanti programmi che hanno la storia della nostra tivù.  Infine penso alle riflessioni degli autori sulla televisione, Nanni Moretti, per esempio, ne ha parlato molto: ci sono sequenze importanti in film come Sogni d'oro, Caro diario, Il Caimano, qualcosa anche in Aprile. La tv è stata al centro del nostro vivere dal '54, e vuoi che il cinema non l'abbia raccontata? Impossibile! E' bello cercare i documenti con il lanternino, come quando si va ad un mercatino e si rovista, si cerca tra qualsiasi banco. Anche in piccoli film si possono nascondere documenti storici importanti». 

Che tipo di tivù ne è uscita da questo viaggio nel cinema italiano?

«Una tivù che ci ha educati e cambiati, che da una parte ha unito un Paese, ma dall'altra ha creato un'omologazione nel pensiero che ha portato dei danni, specialmente da un certo punto in poi. Nel viaggio proposto, si racconta col cinema la Storia della tivù: dai primi televisori nei bar, ai reality e le fiction di oggi. Ecco, se nella prima parte c'è anche un po' di nostalgia, nell'analisi del periodo più recente, vengono messi in rilievo anche i pericoli della tivù come cattiva maestra.

Ci sono film per la tivù che rimarranno nella storia?

Il rapporto tra cinema e tivù  è qualcosa di complesso. I due si guardano spesso in cagnesco ma ci sono state grandi commistioni tra cinema e tv. Pensiamo a Diario di un maestro di Vittorio De Seta o più recentemente a La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, opere importanti che hanno fatto bene alla crescita culturale del nostro Paese, che hanno trasmesso il positivo della nostra vita e del nostro lavoro, tramandando un grande patrimonio ai più giovani che sarebbe utile riscoprire e valorizzare».

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